Vendicarsi dopo il tradimento è reato?
La reazione per provocazione a una infedeltà è ammessa dalla legge? Cosa è consentito fare se si scopre che il marito o la moglie ha l’amante?
La stanchezza per la vita matrimoniale non giustifica l’amante. Questo lo dice la Cassazione [1] che, ogni volta che si tratta di tradimento, presume – salvo prova contraria – che ciò sia la causa della crisi matrimoniale e non già l’effetto di una rottura in atto. Significa, in termini pratici, che chi tradisce ha in automatico l’addebito della separazione: in altre parole perde (qualora ne abbia diritto) il mantenimento. L’infedeltà è giustificata solo quando la coppia è già divisa in modo conclamato per altre ragioni. La semplice stanchezza del coniuge verso la vita coniugale non è un dato sufficiente per considerare impossibile la prosecuzione del rapporto e, quindi, per giustificare l’amante. Detto ciò, se anche la legge ha le sue buone ragioni per punire chi tradisce, anche il coniuge le ha. E di norma non usa modi urbani. Piatti in faccia, graffi o schiaffi, calci, per non parlare di offese di tutti i tipi e minacce. Il punto è che, oltre all’amore infranto, si ci mette anche l’orgoglio (e forse la lesione di quest’ultimo colpisce ancora di più). Si può essere giustificati per queste reazioni? Vendicarsi dopo il tradimento è reato? La legge disciplina anche queste ipotesi. Vediamo come.
Quando è lecito reagire a un’ingiustizia?
Sono solo due i casi in cui è lecito reagire a una condotta ingiusta: quando c’è una legittima difesa o quando si risponde con un’offesa a un’offesa ricevuta [2] (ad esempio: se tu vai a dire male di me in giro, anche io, per risposta, posso diffamarti; se mi dici una parolaccia, posso reagire con un’altra parolaccia). In entrambi i casi però siamo nell’ambito del penale: reazioni consentite proprio perché in presenza di reati. Nell’ambito del diritto civile non esiste una “legittima difesa” se non quella di chi, a fronte di un inadempimento, sospende la propria prestazione per timore di non essere pagato [3].
Tradire è reato?
Domandiamoci ora: tradire è reato? Assolutamente no. È solo un illecito civile. Ed anzi, a ben vedere, la sanzione in alcuni casi è inesistente. Cerchiamo di capire le ragioni.
La conseguenza del tradimento è – come abbiamo detto – il cosiddetto addebito. Significa che:
- si perde il diritto ad avere l’assegno di mantenimento
- si perdono i diritti successori in caso di morte del coniuge prima del divorzio.
Chiaramente se a tradire è il coniuge più ricco, quello che – con o senza tradimento sarebbe comunque tenuto a versare il mantenimento – si comprende bene che l’addebito ha più un valore simbolico che non concreto.
Volendo tracciare lo stereotipo della famiglia tipica italiana, in cui il reddito più alto lo porta quasi sempre il marito, si può dire che se l’uomo tradisce non subisce alcuna sanzione (se non quella di non poter essere erede della moglie qualora questa dovesse morire prima di divorziare).
In una situazione del genere è verosimile pensare a una vendetta personale. Vendetta che può essere “a caldo”, per la reazione del momento, oppure servita su un piatto freddo. Ma è lecito vendicarsi di chi tradisce?
Vendicarsi dopo il tradimento è reato?
Una volta che abbiamo detto che il tradimento non è un reato e che, al massimo viene sanzionato in via civile, è facile comprendere che nessuna «legittima difesa» può essere ammessa dalla legge. Possiamo parlare di provocazione? Neanche. Seppur l’ira del momento può consentire di giustificare un linguaggio meno inglese del normale, ciò non consente di scendere a parolacce, minacce, ingiurie e diffamazioni. Tutto ciò per dire che se reagisci alla scoperta di una infedeltà ne paghi tutte le conseguenze. Ma quali conseguenze?
Per stabilire se vendicarsi dopo il tradimento è reato dobbiamo capire in cosa consiste la vendetta. Faremo qualche esempio.
– Lui ti tradisce e tu lo vai a dire a tutte le tue amiche offendendolo pubblicamente. Commetti il reato di diffamazione. Sconti la reclusione fino a un anno o paghi una multa fino a 1.032 euro.
– Rientri a casa dal lavoro prima del tempo e la trovi in camera da letto con l’amante; la chiami put… e minacci l’amante di ammazzarlo. Commetti l’ingiuria nei confronti di tua moglie, che però non è un reato (ti dovrebbe citare in una causa civile per il risarcimento del danno), e ti macchi del reato di minacce nei confronti dell’idraulico. Sconti la reclusione fino a un anno.
– Lei scopre, sul tuo cellulare, gli sms di una tipa che hai conosciuto su Facebook; si memorizza il numero e inizia a perseguitarla per mesi. Commette molestie telefoniche. Rischia l’arresto fino a sei mesi o l’ammenda fino a 516 euro.
– Lui trova l’ex della moglie con cui questa ha ripreso a vedersi dopo la separazione. Lo segue, lo pedina, gli manda messaggi minatori, lo perseguita. Rischia una incriminazione per stalking. Per legge c’è la reclusione da 6 mesi a quattro anni e l’ordine di allontanamento dai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima.
– Lei ti scopre che la stai tradendo con la sua migliore amica. Per reazione ti lancia addosso tutto il servizio di piatti. Scatta automaticamente la condanna per lesioni personali tentate e se ti prende sconta anche la reclusione da sei mesi a tre anni. Stesso discorso se ti graffia fino a lasciarti i segni.
Se tutto ciò ti lascia sorpreso, pensa che l’altro giorno la Cassazione ha ritenuto di addebitare la separazione a un uomo che, dopo aver scoperto la donna che lo tradiva, ha sbattuto la porta di casa e non è più tornato. Per lui l’addebito per abbandono della casa coniugale.
Tradimento: che fare?
Stando alla legge, quello che puoi fare davanti a un tradimento conclamato è stringere la mano ai due e augurare loro una vita felice!